Che dire, la Sicilia non è certo terra di mezze misure.
Stamani siamo partiti alla volta di Mozia (o Mothia, che dir si voglia) carichi di attese e speranze.
L'arrivo alla salina nei pressi dell'imbarcadero è stato folgorante: un mulino ancora funzionante, migliaia di metri quadri di saline, cumuli di sale protetto da tegole in cotto facevano del territorio un unicum imbattibile.
Pieni di eccitazione (Cosimo era incontenibile, voleva andare a giocare con il sale in tutti i modi...) siamo saliti sul traghetto verso Mozia. 5 euro a testa per 10 minuti di barca, ma tant'è, si può fare.
All'arrivo a Mozia - che in realtà è l'isola di San Pantaleo - altra sorpresa: l'ingresso all'isola costa 9 euro a persona... Vabbè, le aspettative giustificano ampiamente il costo. Si paga e via, in giro per l'isola terra dei fenici e di Joseph Whitaker.
Per farla breve la delusione è quasi immediata: scavi semi-abbandonati, sporcizia dilagante, pochissimi cartelli indicatori e pannelli di approfondimento fanno di un'isola-reperto il reperto di un'isola. In confronto la ben più ridotta Tharros sarda è un vero gioiello.
Peccato, il contesto è veramente mozzafiato ma la valorizzazione e la conservazione pessima.
Non siamo stati gli unici a notarlo, un gruppo di turisti se l'è presa ben bene con gli inservienti e con una dirigente della Fondazione Whitaker (gestore del sito) che ha avuto la sfiga di arrivare al momento sbagliato sull'isola (con un gommone di una decina di metri con fuoribordo da 250 cavalli...).
Ad ogni modo il luogo è da vedere per il paesaggio e per l'unicum che rappresenta. Per genitori con figli al seguito: portatevi pure il passeggino (trastullare i bimbi in braccio per tutto il percorso come abbiamo fatto noi è impensabile) e scorte di acqua e viveri, la caffetteria dell'isola è piuttosto mal fornita.
Interessante da visitare il museo Whitaker, ricavato dai resti recuperati dal pionere inglese. Tra tutti il giovane di Mozia, di grande impatto.
Il pomeriggio è stato invece all'altezza delle aspettative: visita ad Erice via funivia, con vista mozzafiato (anche grazie al vento che ci dondolava non poco...) su Trapani e dintorni.
Splendido paese, eccellenti dolci di Maria Grammatico (cannoli e genovesi tra tutti!) che ci siamo gustati nel piccolo giardino della pasticceria. Da rifare!
Non mancano le foto del giorno a testimoniare le visite, le trovate qui http://picasaweb.google.it/alessio.lucarotti/ViaggioInSicilia10Giugno
A domani!
a.
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