Un dialogo del genere non potrà (mai più) esistere, a meno che il buon Camilleri non si spinga oltre la reinterpretazione del pigmalione di Vazquez Montalban e ne ripercorra, invece, direttamente le vicende letterarie.
Mi pare però doveroso rendere omaggio ai due universi a me (a noi...) più cari che uniscono letteratura e cibo - quello di Pepe Carvallho e quello di Salvo Montalbano - mentre mi appresto a condividere con tutti voi la nostra esperienza decisamente letteraria della cucina siciliana.
C'è il rischio di cadere nel banale nel descrivere le delizie della cucina siciliana - il pesce, i dolci, i pomodori, i pistacchi, i colori, i sapori... - ma vi garantisco che l'esperienza diretta fa della banalità più trita e consunta un'esperienza indimenticabile e difficilmente riassumibile in un racconto.
Non ho velleità letterarie, quindi non mi lascerò andare in lunghe descrizioni alla Proust sui dettagli dei piatti e dei sapori, vi do solo qualche riferimento.
Oggi, per esempio.
Un gruppo di amici - Dio ve ne renda merito!! - ci ha fatto la sorpresa di offrirci un pranzo al Ristorante del Golfo, a Castellammare del Golfo (via Segesta 153, per chi è interessato...). Un'esperienza di gusti e abbinamenti che non avevamo mai provato. E non siamo proprio dei novellini in fatto di cucina! Cruditè (gamberi, scampi, tonno, alici in agrodolce), panati (spatola, involtino di melanzana e seppia, calamaro, involtino di spada con capperi e pomodorini), fritti (sarde), cernia al tegame con il pomodoro, filetto di merluzzo caramellato (ebbene sì, caramellato!), spaghetti al riccio (un gusto e un colore mai visti prima) ci hanno portato in una dimensione "verace" del gusto, ma al tempo stesso leggera e creativa. Un'esperienza per certi versi opposta ai nostri chef - lorenzo o butterfly, per intenderci - per l'essenzialità dei piatti, ma al tempo stesso molto vicina per la ricercatezza estrema del modo di cucinare e per la cura nella lavorazione della materia prima. Una vera esperienza!
Ecco, dopo un pranzo così - due ore di cibo quasi ininterrotto... - chiunque sano di mente avrebbe cenato con un tè o giù lì.
E anche noi ci abbiamo provato, ma quando il maitre del ristorante Antiche Saline ci ha raccontato il fuori menù della serata della mitica chef residente non abbiamo potuto far altro che cenare dalla a alla z! Calamaretti fritti, spaghetti al sugo di cernia e pistacchi (mamma mia...), spada alla pantesca (ragazzi, che roba!), solo al dolce al cioccolato abbiamo detto di no (con rammarico...).
Se va avanti così - e non potrà che andare avanti così... - altro che zavorra al nostro rientro!
giovedì 11 giugno 2009
Biscuter, prepara qualcosa di buono, c'è Montalbano a cena!
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