domani ci spostiamo a Pantelleria.
Prima attraverseremo tutta la Sicilia da sud a nord, tagliando la zona interna in auto verso Punta Raisi.
Poi Meridiana ci farà volare verso Pantelleria (speriamo questa volta in orario...).
Ci risentiamo non appena avremo una connessione disponibile!!
a. s. c.
martedì 16 giugno 2009
Agrigento, il mare, i templi
Chi dice che il mare della Sicilia vale poca cosa forse non ha frequentato San Vito Lo Capo, nel nord, e la zona intorno a Porto Empedocle, a sud.
Di San Vito abbiamo già parlato e mostrato (http://alesimocosimo.blogspot.com/2009/06/un-angolo-di-caraibi-nel-mediterraneo.html e http://picasaweb.google.it/alessio.lucarotti/ViaggioInSicilia13Giugno), per il sud date un'occhiata alle foto del giorno http://picasaweb.google.it/alessio.lucarotti/ViaggioInSicilia16Giugno.
La zona della Scala dei Turchi non ha niente da invidiare alle più blasonate spiagge della Sardegna. Certo il contesto non è sicuramente lo stesso... Ecomostri, industrie in riva al mare, discutibili piani regolatori, discariche a cielo aperto incendiate sono solo parte delle ferite che questa terra troppo spesso mostra.
Ma il mare no, il mare è veramente affascinante, spiagge lunghe, acqua cristallina, calette da sogno: c'è materiale a sufficienza per fare ulteriori approfondimenti.
Chiusa la parentesi mare nella mattinata, abbiamo dedicato il pomeriggio a visitare la Valle dei Templi.
Diciamo subito che, sebbene sicuramente invadenti, le costruzioi (legali o meno che siano) intorno ai templi non sono così oppressive. Di certo non siamo in un contesto incontaminato, questo lo sappiamo. Un certo effetto vedere il tempio della concordia con Agrigento alle spalle lo fa. Ma è anche la normale logica dell'evoluzione del territorio.
Non che si debba costruire accanto o al posto di reperti di valore inestimabile, intendiamoci, ma anche una certa logica che vorrebbe intoccabili (e inutilizzabili...) porzioni importanti del territorio perchè portano i segni del tempo ci pare non del tutto condivisibile.
Quello che ad Agrigento sembra più strano che altrove (perchè alla fine è un tema che fa strano ovunque) è vedere come questi beni sono quasi considerati un peso, più che un valore. Alcune zone sono inaccessibili per mancanza di custodi (!!), la zona principale chiude alle 19, quando vi garantisco che fino alle 17 è impossibile iniziare la visita per il caldo e il sole (e siamo a metà giugno; cosa succede a luglio e agosto?). Perchè non sfruttare la sera o anche la notte per visitare la valle?
E perchè non usare il territorio (amplissimo) della valle per creare luoghi di aggregazione che permettano di rivitalizzare, valorizzare e arricchire territorio e organismi dedicati alla conservazione di questi beni di valore inestimabile?
Sarebbe un lungo discorso, è mezzanotte passata e Cosimo dorme in braccio a Simona da più di un'ora: è il momento della nanna per tutti.
Buonanotte!
a. s. c.
Di San Vito abbiamo già parlato e mostrato (http://alesimocosimo.blogspot.com/2009/06/un-angolo-di-caraibi-nel-mediterraneo.html e http://picasaweb.google.it/alessio.lucarotti/ViaggioInSicilia13Giugno), per il sud date un'occhiata alle foto del giorno http://picasaweb.google.it/alessio.lucarotti/ViaggioInSicilia16Giugno.
La zona della Scala dei Turchi non ha niente da invidiare alle più blasonate spiagge della Sardegna. Certo il contesto non è sicuramente lo stesso... Ecomostri, industrie in riva al mare, discutibili piani regolatori, discariche a cielo aperto incendiate sono solo parte delle ferite che questa terra troppo spesso mostra.
Ma il mare no, il mare è veramente affascinante, spiagge lunghe, acqua cristallina, calette da sogno: c'è materiale a sufficienza per fare ulteriori approfondimenti.
Chiusa la parentesi mare nella mattinata, abbiamo dedicato il pomeriggio a visitare la Valle dei Templi.
Diciamo subito che, sebbene sicuramente invadenti, le costruzioi (legali o meno che siano) intorno ai templi non sono così oppressive. Di certo non siamo in un contesto incontaminato, questo lo sappiamo. Un certo effetto vedere il tempio della concordia con Agrigento alle spalle lo fa. Ma è anche la normale logica dell'evoluzione del territorio.
Non che si debba costruire accanto o al posto di reperti di valore inestimabile, intendiamoci, ma anche una certa logica che vorrebbe intoccabili (e inutilizzabili...) porzioni importanti del territorio perchè portano i segni del tempo ci pare non del tutto condivisibile.
Quello che ad Agrigento sembra più strano che altrove (perchè alla fine è un tema che fa strano ovunque) è vedere come questi beni sono quasi considerati un peso, più che un valore. Alcune zone sono inaccessibili per mancanza di custodi (!!), la zona principale chiude alle 19, quando vi garantisco che fino alle 17 è impossibile iniziare la visita per il caldo e il sole (e siamo a metà giugno; cosa succede a luglio e agosto?). Perchè non sfruttare la sera o anche la notte per visitare la valle?
E perchè non usare il territorio (amplissimo) della valle per creare luoghi di aggregazione che permettano di rivitalizzare, valorizzare e arricchire territorio e organismi dedicati alla conservazione di questi beni di valore inestimabile?
Sarebbe un lungo discorso, è mezzanotte passata e Cosimo dorme in braccio a Simona da più di un'ora: è il momento della nanna per tutti.
Buonanotte!
a. s. c.
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Nel cuore della Siclia, sorpresa nella sorpresa
Che la parte centrale della Sicilia fosse interessante lo dicevano e lo sospettavamo.
Oggi ci siamo diretti dalle parti di Caltanissetta, o meglio in provincia di Enna, per visitare la Villa Romana del Casale nei pressi di Piazza Armerina.
La Villa è qualcosa di stupefacente, assolutamente da non perdere per chi gira nei dintorni. Ma la meta vale sicuramente anche una deviazione più sostanziosa, come abbiamo fatto noi (tra andata e ritorno quasi 250 km...).
Purtroppo le foto non sono molto buone - hanno bisogno di pesanti interventi di ritocco - per cui la documentazione al momento è piuttosto scarsa. Per farvi un'idea più calzante visitate il sito ufficiale della Villa.
La Villa è tutt'ora in ristrutturazione, per cui non abbiamo potuto visitare ampie zone (l'area delle terme e quella della basilica), ma ciò che abbiamo visto è stato più che sufficiente per assegnare agli scavi la palma di uno dei più bei siti archeologici che abbiamo visto.
Pausa pranzo alla trattoria La Ruota, nei pressi della Villa (a soli 500 metri dall'ingresso...), in uno splendido mulino in mezzo al verde riattato a ristorante. Ombra e brezze fresche ci hanno rinfrescato dopo la calura della visita, accompagnando i piatti della cucina dell'entroterra che i veraci gestori ci hanno servito: maccheroncini alla siciliana, tagliolini al pesto di pistacchi, scottadito di agnello, cannolo.
La giornata è proseguita con la visita (troppo veloce, in verità) di Piazza Armerina e Caltagirone, vera sorpresa della giornata: cittadina bella, ricca, da visitare con calma e godere dei tanti negozietti di ceramiche d'arte.
Chiusura con il botto al ristorante del Baglio della Luna - il Dehors. Incredibile ambientazione in giardino con vista sulla valle dei templi; cucina molto ricercata, in larga misura di grande interesse, su qualche piatto un po' troppo velleitaria: tortino di melanzane al pecorino, insalatina di gamberoni e mazzancolle con verdure croccanti, ravioli alla mousse di astice e pomodorini, tagliolini ai frutti di mare, panata di cernia al pecorino, selezione di caprini del territorio (grandissimi!!), un libidinoso cestino di croccante di pistacchio con gelato di pistacchio e cioccolata fusa... A rileggerlo capiamo come mai in una settimana abbiamo preso dei bei chili!!
a. s. c.
Oggi ci siamo diretti dalle parti di Caltanissetta, o meglio in provincia di Enna, per visitare la Villa Romana del Casale nei pressi di Piazza Armerina.
La Villa è qualcosa di stupefacente, assolutamente da non perdere per chi gira nei dintorni. Ma la meta vale sicuramente anche una deviazione più sostanziosa, come abbiamo fatto noi (tra andata e ritorno quasi 250 km...).
Purtroppo le foto non sono molto buone - hanno bisogno di pesanti interventi di ritocco - per cui la documentazione al momento è piuttosto scarsa. Per farvi un'idea più calzante visitate il sito ufficiale della Villa.
La Villa è tutt'ora in ristrutturazione, per cui non abbiamo potuto visitare ampie zone (l'area delle terme e quella della basilica), ma ciò che abbiamo visto è stato più che sufficiente per assegnare agli scavi la palma di uno dei più bei siti archeologici che abbiamo visto.
Pausa pranzo alla trattoria La Ruota, nei pressi della Villa (a soli 500 metri dall'ingresso...), in uno splendido mulino in mezzo al verde riattato a ristorante. Ombra e brezze fresche ci hanno rinfrescato dopo la calura della visita, accompagnando i piatti della cucina dell'entroterra che i veraci gestori ci hanno servito: maccheroncini alla siciliana, tagliolini al pesto di pistacchi, scottadito di agnello, cannolo.
La giornata è proseguita con la visita (troppo veloce, in verità) di Piazza Armerina e Caltagirone, vera sorpresa della giornata: cittadina bella, ricca, da visitare con calma e godere dei tanti negozietti di ceramiche d'arte.
Chiusura con il botto al ristorante del Baglio della Luna - il Dehors. Incredibile ambientazione in giardino con vista sulla valle dei templi; cucina molto ricercata, in larga misura di grande interesse, su qualche piatto un po' troppo velleitaria: tortino di melanzane al pecorino, insalatina di gamberoni e mazzancolle con verdure croccanti, ravioli alla mousse di astice e pomodorini, tagliolini ai frutti di mare, panata di cernia al pecorino, selezione di caprini del territorio (grandissimi!!), un libidinoso cestino di croccante di pistacchio con gelato di pistacchio e cioccolata fusa... A rileggerlo capiamo come mai in una settimana abbiamo preso dei bei chili!!
a. s. c.
domenica 14, in viaggio verso Agrigento
La giornata di domenica è passata in viaggio, da Trapani ad Agrigento. Niente di particolare da segnalare, anche perchè il primo impatto con la città è stato un po' crudo:
la struttura che ci ospita - pur essendo di altissimo valore e aspetto - è sicuramente più rappresentativa della Sicilia classica, barocca, ricca, d'inizio '900. Venendo da una struttura moderna e giovane non eravamo pronti all'impatto (ma a dir la verità ci siamo abituati appena passata una giornata...)
la città di Agrigento non è proprio un fiore all'occhiello dell'architettura e dell'arte. Potrebbe essere un buon esempio di città da radere al suolo e ricostruire di sana pianta: l'ecomostro va proprio di moda, qui! Unica nota positiva il duomo, di cui trovate su http://picasaweb.google.it/alessio.lucarotti/ViaggioInSicilia14Giugno qualche foto.
La serata si è ripresa con un'ottima cena da Caico, trattoria familiare sul lungomare di San Leone (la marina di Agrigento).
Ravioli di cernia al ciliegino, caponata, cavatelli alla norma, sciabola in agrodolce, tonno alla pantesca bagnati con un ottimo inzolia. Cucina verace ma di grande sostanza.
Bene così, comunque!
a. s. c.
la struttura che ci ospita - pur essendo di altissimo valore e aspetto - è sicuramente più rappresentativa della Sicilia classica, barocca, ricca, d'inizio '900. Venendo da una struttura moderna e giovane non eravamo pronti all'impatto (ma a dir la verità ci siamo abituati appena passata una giornata...)
la città di Agrigento non è proprio un fiore all'occhiello dell'architettura e dell'arte. Potrebbe essere un buon esempio di città da radere al suolo e ricostruire di sana pianta: l'ecomostro va proprio di moda, qui! Unica nota positiva il duomo, di cui trovate su http://picasaweb.google.it/alessio.lucarotti/ViaggioInSicilia14Giugno qualche foto.
La serata si è ripresa con un'ottima cena da Caico, trattoria familiare sul lungomare di San Leone (la marina di Agrigento).
Ravioli di cernia al ciliegino, caponata, cavatelli alla norma, sciabola in agrodolce, tonno alla pantesca bagnati con un ottimo inzolia. Cucina verace ma di grande sostanza.
Bene così, comunque!
a. s. c.
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domenica 14 giugno 2009
Un angolo di Caraibi nel Mediterraneo
Ieri giornata di pieno riposo sulla splendida spiagga di San Vito lo Capo. Sabbia bianca, mare cristallino, scenari incredibili e sole africano: una giornata veramente all'insegna del relax più completo!!
Finale di giornata in un nuovo ristorante - Taverna Paradiso - anch'esso di proprietà del Relais Antiche Saline. Qualità confermata, anche su piatti più legati alla tradizione del territorio (grandissimi bucatini alle sarde e cous cous in brodo di pesce, roba da leccarsi i baffi!!).
Chiusura con bella passeggiata per le vie del centro di Trapani, affollate di gente del posto - giovani, famiglie con bambini, anziani - fino a notte tarda. Proprio una bell'immagine di una città viva, ricca e coinvolgente.
Finalmente giormata di vero divertimento anche per Cosimo che, dopo passeggiate noiose e incomprensibili in mezzo ai "sassi", si è potuto finalmente abbandonare ai giochi di spiaggia e a interminabili bagni.
Proprio una bella giornata per tutti!!
Stamani lasciamo il Relais Antiche Saline per dirigerci verso Agrigento, destinazione Contrada Maddalusa dove ci aspetta il Baglio della Luna.
Connessioni permettendo ci risentiamo presto!!
Ale, Simo e Cosimo
Finale di giornata in un nuovo ristorante - Taverna Paradiso - anch'esso di proprietà del Relais Antiche Saline. Qualità confermata, anche su piatti più legati alla tradizione del territorio (grandissimi bucatini alle sarde e cous cous in brodo di pesce, roba da leccarsi i baffi!!).
Chiusura con bella passeggiata per le vie del centro di Trapani, affollate di gente del posto - giovani, famiglie con bambini, anziani - fino a notte tarda. Proprio una bell'immagine di una città viva, ricca e coinvolgente.
Finalmente giormata di vero divertimento anche per Cosimo che, dopo passeggiate noiose e incomprensibili in mezzo ai "sassi", si è potuto finalmente abbandonare ai giochi di spiaggia e a interminabili bagni.
Proprio una bella giornata per tutti!!
Stamani lasciamo il Relais Antiche Saline per dirigerci verso Agrigento, destinazione Contrada Maddalusa dove ci aspetta il Baglio della Luna.
Connessioni permettendo ci risentiamo presto!!
Ale, Simo e Cosimo
venerdì 12 giugno 2009
Stonano anche all'Opéra...
Dispiace dirlo, ma stasera al ristorante del Relais Antiche Saline hanno proprio stonato.
Niente di grave, eh, e in più una serata storta può capitare a tutti.
Però non posso far finta di niente, e come ne abbiamo cantato le lodi fino a qui, una noticina sul registro di bordo non posso nasconderla.
Direi che si tratta della classica serata storta, forse legata all'attesa di una serata un po' complessa per domani sera (che tra l'altro ci costringerà a cenare in centro).
In sostanza il servizio stasera è stato veramente approssimativo: poca cura, poca attenzione, il desiderio (neanche troppo malcelato) di mandarci a letto prima possibile; alle 22 i camerieri hanno iniziato a sparecchiare e a sistemare per la colazione di domattina, mentre noi tre stavamo aspettando ancora il secondo...
A un certo punto il maitre ha iniziato ad andare in su e in giù con camicia sbottonata, cravatta allentata e fare molto (ma molto...) easy.
E prima, alla richiesta di una pasta al pesce leggera e semplice per Cosimo, ci sono arrivate fettuccine alle uova di pesce stracariche di pepe... per chiudere con un piatto di fragole sempre per Cosimo arrivate venti minuti dopo la richiesta mentre il piccolo cominciava a stordirsi in braccio a Simona.
Che dire poi dello spengimento progressivo delle luci mentre ci prendevamo il caffè. Alle 22.30, non all'una di mattina...
Vabbè, taglio qui per non marcare troppo la mano, alle volte anche all'Opéra si sente una nota stonata...
Niente di grave, eh, e in più una serata storta può capitare a tutti.
Però non posso far finta di niente, e come ne abbiamo cantato le lodi fino a qui, una noticina sul registro di bordo non posso nasconderla.
Direi che si tratta della classica serata storta, forse legata all'attesa di una serata un po' complessa per domani sera (che tra l'altro ci costringerà a cenare in centro).
In sostanza il servizio stasera è stato veramente approssimativo: poca cura, poca attenzione, il desiderio (neanche troppo malcelato) di mandarci a letto prima possibile; alle 22 i camerieri hanno iniziato a sparecchiare e a sistemare per la colazione di domattina, mentre noi tre stavamo aspettando ancora il secondo...
A un certo punto il maitre ha iniziato ad andare in su e in giù con camicia sbottonata, cravatta allentata e fare molto (ma molto...) easy.
E prima, alla richiesta di una pasta al pesce leggera e semplice per Cosimo, ci sono arrivate fettuccine alle uova di pesce stracariche di pepe... per chiudere con un piatto di fragole sempre per Cosimo arrivate venti minuti dopo la richiesta mentre il piccolo cominciava a stordirsi in braccio a Simona.
Che dire poi dello spengimento progressivo delle luci mentre ci prendevamo il caffè. Alle 22.30, non all'una di mattina...
Vabbè, taglio qui per non marcare troppo la mano, alle volte anche all'Opéra si sente una nota stonata...
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Questi son proprio sassi...
Girare per Selinunte fa proprio uno strano effetto: per la prima volta ci siamo trovati in una città devastata dalla guerra che ne porta chiaramente i segni.
Quando sui libri di storia dicono "e i cartaginesi sterminarono la popolazione e rasero al suolo la città" fa un'impressione relativa - o almeno a me ha sempre fatto un'impressione relativa. E' roba vecchia, di gente vecchia che non c'è più, e poi erano dei barbari, non conoscevano la tecnologia e l'ONU...
Trovarsi però nel luogo oggetto di tale trattamento ti dà la giusta dimensione di cosa significhi una frase del genere.
Radere al suolo: rendere un tempio alto decine di metri, con colonne che alla base sono 3,5 m (tre virgola cinque metri, dico!) di diametro, un cumulo di sassi senza senso (almeno per i comuni mortali).
E ovviamente non solo i templi: stessa sorte toccava alle abitazioni, che ancora puoi vedere e toccare, aggirandoti all'interno. E stessa sorte toccava chi quelle abitazioni le viveva.
Tremendo, un destino inappellabile e senza pietà.
Sembra lontano nel tempo - ma davvero quando ci si aggira in contesti come Selinunte se ne capisce il senso vero - ma se pensiamo a cosa succedeva non più di 10 anni fa nei Balcani occidentali sarebbe bene che tutti riflettessimo ancora sul senso di frasi come quelle che si leggono sui libri di storia. Sterminare la popolazione e radere al suolo la città.
E magari, come fecero i romani con Carthago, spagiamoci sopra anche il sale, così nemmeno all'erba viene in mente di ricrescere. A futura memoria.
Tristi pensieri a parte, Selinunte è veramente bella. Doveva essere una città splendida, così arroccata su un colle a pochi metri dal mare, su una collina degradante verso l'acqua. Due, tre, quattro colli ciascuno con uno scopo, con un senso: l'acropoli, i templi maggiori, altre strutture religiose e di accoglienza, in basso il porto a ricevere guerrieri e .
Una bella visita, in un contesto splendido. E, devo dire la verità, ben vengano le ricostruzioni "discutibili" (così la guida del Touring la definisce) come quella del tempio G, l'unico quasi interamente ricostruito dei numerosi presenti nell'area. Guardate lecommercianti foto qui http://picasaweb.google.it/alessio.lucarotti/ViaggioInSicilia12Giugno# e ditemi se veramente preferite il filologico ammasso di macerie sparso qua e là alla "discutibile" ricostruzione del tempio G...
Quando sui libri di storia dicono "e i cartaginesi sterminarono la popolazione e rasero al suolo la città" fa un'impressione relativa - o almeno a me ha sempre fatto un'impressione relativa. E' roba vecchia, di gente vecchia che non c'è più, e poi erano dei barbari, non conoscevano la tecnologia e l'ONU...
Trovarsi però nel luogo oggetto di tale trattamento ti dà la giusta dimensione di cosa significhi una frase del genere.
Radere al suolo: rendere un tempio alto decine di metri, con colonne che alla base sono 3,5 m (tre virgola cinque metri, dico!) di diametro, un cumulo di sassi senza senso (almeno per i comuni mortali).
E ovviamente non solo i templi: stessa sorte toccava alle abitazioni, che ancora puoi vedere e toccare, aggirandoti all'interno. E stessa sorte toccava chi quelle abitazioni le viveva.
Tremendo, un destino inappellabile e senza pietà.
Sembra lontano nel tempo - ma davvero quando ci si aggira in contesti come Selinunte se ne capisce il senso vero - ma se pensiamo a cosa succedeva non più di 10 anni fa nei Balcani occidentali sarebbe bene che tutti riflettessimo ancora sul senso di frasi come quelle che si leggono sui libri di storia. Sterminare la popolazione e radere al suolo la città.
E magari, come fecero i romani con Carthago, spagiamoci sopra anche il sale, così nemmeno all'erba viene in mente di ricrescere. A futura memoria.
Tristi pensieri a parte, Selinunte è veramente bella. Doveva essere una città splendida, così arroccata su un colle a pochi metri dal mare, su una collina degradante verso l'acqua. Due, tre, quattro colli ciascuno con uno scopo, con un senso: l'acropoli, i templi maggiori, altre strutture religiose e di accoglienza, in basso il porto a ricevere guerrieri e .
Una bella visita, in un contesto splendido. E, devo dire la verità, ben vengano le ricostruzioni "discutibili" (così la guida del Touring la definisce) come quella del tempio G, l'unico quasi interamente ricostruito dei numerosi presenti nell'area. Guardate lecommercianti foto qui http://picasaweb.google.it/alessio.lucarotti/ViaggioInSicilia12Giugno# e ditemi se veramente preferite il filologico ammasso di macerie sparso qua e là alla "discutibile" ricostruzione del tempio G...
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